Chiusura del dotto peritoneo-vaginale - ernioraffia

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QUANDO ESEGUIRE L’INTERVENTO

La maggior parte degli idroceli comunicanti presenti alla nascita si risolve spontaneamente entro il 1° anno di età, grazie alla chiusura spontanea del canale inguinale. Pertanto in genere nel 1° anno di vita si eseguono solo dei controlli periodici. S’interviene prima di 1 anno di età solo se l’idrocele è molto grosso (idrocele teso) o è già presente un’ernia inguinale, in quanto vi è un alto rischio di danni al testicolo o di ernia incarcerata / strozzata.
Se ad 1 anno di età l’idrocele comunicante non è guarito spontaneamente è necessario un intervento chirurgico correttivo, da eseguirsi senza carattere d’urgenza.

L’idrocele non comunicante o reattivo è dovuto ad un’infiammazione del testicolo, quindi in genere il primo trattamento consiste in una terapia anti-infiammatoria: borsa del ghiaccio, astensione dall’attività fisica e dallo sport, farmaci anti-infiammatori. Nel caso in cui tale terapia non sia efficace o se l’idrocele è di dimensioni molto voluminose, è necessario un intervento chirurgico correttivo.

TECNICA CHIRURGICA

In caso di idrocele comunicante l’intervento chirurgico si chiama “chiusura del dotto peritoneo-vaginale”. Esso prevede una piccola incisione a livello inguinale ed ha come obiettivi:

  • la rimozione del liquido presente intorno al testicolo
  • la chiusura con punti chirurgici del dotto peritoneo-vaginale rimasto pervio, in modo che l’idrocele non possa più riformarsi.

Al termine dell’intervento il bambino ha un semplice cerotto in sede inguinale. I punti di sutura sono costituiti da un materiale riassorbibile, pertanto scompariranno da soli.L’intervento ha una durata di 20-30 min.

In caso diidrocele reattivol’intervento chirurgico si chiama “eversione e resezione della tonaca vaginale comune del testicolo”. Ha come obiettivo l’asportazione del liquido raccolto intorno al testicolo e della membrana che lo contiene (la tonaca vaginale comune). L’intervento prevede una piccola incisione a livello dello scroto, l’apertura della tonaca vaginale comune con aspirazione del liquido contenuto, l’asportazione della tonaca vaginale comune. I punti di sutura sono costituiti da un materiale riassorbibile, per cui scompariranno da soli.L’intervento ha una durata di circa 30 minuti.

RISCHI

Si distinguno:

  • complicanze intra-operatorie:
    • lesione del funicolo spermatico,
    • lesione del testicolo
  • complicanze a breve termine:
    • edema scrotale,
    • sanguinamento,
    • infezioni di ferita
  • complicanze a lungo termine:
    • atrofia testicolare: è la complicanza più grave. I vasi sanguigni del testicolo risentono della dissezione chirurgica e/o vengono schiacciati da un’eccessiva tumefazione e infiammazione post-operatoria, determinando un rimpicciolimento del testicolo ed una sua perdita di funzione. Ha un’incidenza ≤ 1%
    • idrocele reattivo: l’idrocele si riforma. Questa complicanza può verificarsi soprattutto in caso di voluminoso idrocele reattivo tipico dell’adolescente.
    • dislocamento craniale del testicolo: il testicolo si posiziona più in alto del controlaterale. In genere questo non crea alcun rischio per la funzionalità del testicolo e costituisce un semplice inestetismo. In alcuni casi, però, il testicolo risale nel canale inguinale ed è necessario un intervento di orchipessi.
    • ascesso paravescicale: complicanza rarissima che si può verificare in caso di intervento correttivo per idrocele comunicante. In genere si risolve con terapia antibiotica mirata.

BENEFICI

La correzione dell’idrocele comunicante consente di:

  • prevenire possibili danni al testicolo
  • prevenire la comparsa di un’ernia inguinale

La correzione dell’idrocele reattivo consente di:

  • prevenire possibili danni al testicolo
  • risolvere inestetismi
  • risolvere eventuali limitazioni al movimento o all’attività sportiva

PREPARAZIONE ALL’INTERVENTO

Preparazione psicologica

La necessità di un ricovero ospedaliero e di un intervento chirurgico possa spaventare persino un adulto. Per questo si è spesso portati a pensare che il modo migliore per proteggere il proprio figlio di fronte a questo evento sia addolcire il più possibile la realtà, arrivando sino al punto di mascherarla.

In verità i bambini dimostrano una sorprendente capacità di comprensione nei confronti delle avversità della vita; al contrario si spaventano quando si trovano di fronte a una realtà diversa da quella che i genitori avevano loro descritto.

È quindi nostro e Vostro compito spiegare loro ciò che succederà, con calma e serenità, utilizzando un linguaggio alla portata del bambino, ma senza per questo nascondere nulla, e, soprattutto, lasciando al piccolo il tempo necessario per poter riflettere ed esprimere le proprie paure e le proprie inquietudini.

Un primo passo per preparare il bambino al ricovero può essere spiegargli che per qualche giorno non frequenterà l’asilo o la scuola, ma andrà insieme alla mamma o al papà in ospedale: una casa dove si curano le persone ammalate, dove ci sono altri bambini che hanno i suoi stessi problemi di salute, le sue stesse ansie e paure, dove riceverà soprattutto cure mediche, ma potrà anche trovare affetto, giochi, bambini e persone amiche preparate ad aiutarlo nell’affrontare questa nuova avventura.

I giovani capiscono anche ciò che non viene spiegato loro a parole: percepiscono la tensione, le ansie o la paura che aleggiano in famiglia, anche se i genitori cercano in ogni modo di nasconderle.

Quindi, quando un ragazzo è portatore di un problema di salute, risolvibile solo tramite un intervento chirurgico, è importante che siate i primi a essere preparati ad affrontare la realtà. È indispensabile che, in occasione dei colloqui con il personale medico, non abbiate timore a richiedere spiegazioni. Soltanto un genitore fiducioso e sereno riuscirà a parlare al proprio figlio con chiarezza, a infondergli calma e tranquillità, risolvendo ogni suo dubbio. I ragazzi, soprattutto se sono già venuti a contatto con la realtà ospedaliera, temono il dolore. “Sentirò male?” è la loro domanda più ricorrente e, spesso, la loro unica preoccupazione. Si potrà dire che durante l’intervento chirurgico non sentirà nulla grazie all’anestesia e una volta sveglio starà bene o percepirà al massimo un leggero fastidio per il quale sarà aiutato in ogni modo, in quanto uno degli scopi del personale medico è proprio alleviare il dolore.

Preparazione medico-infermieristica

L’intervento chirurgico è in genere praticato in regime di day-hospital. L’organizzazione sarà pertanto la seguente:

  • Valutazione pre-ricovero: la famiglia verrà contattata dall’ufficio ricoveri per venire una mattina in ospedale al fine di eseguire: visita anestesiologica e visita urologica. Nel caso emerga qualche sospetto diagnostico nella stessa mattinata verranno eseguiti esami ematochimici ed ECG. Non serve il digiuno. In occasione di tale valutazione è necessaria la presenza di entrambi i genitori in quanto l’anestesista ed il chirurgo presenteranno il consenso informato rispettivamente per l’anestesia e per l’intervento chirurgico, ossia descriveranno le indicazioni, i benefici, i rischi, le alternative terapeutiche dell’anestesia e dell’intervento. Trattandosi di pazienti minorenni i consensi informati devono essere spiegati, compresi e firmati da entrambi i genitori. Legalmente non sono ammesse deleghe. In caso di ricovero ospedaliero i genitori hanno diritto a permessi sul lavoro e le date di ricovero vengono comunicate con sufficiente anticipo per organizzarsi. Unica eccezione genitore all’estero per lungo tempo. Nel caso in cui un genitore non possa essere presente alla presentazione del consenso informato l’anestesia e l’intervento chirurgico non potranno essere eseguiti.
  • Day-hospital: dopo un breve periodo dalla valutazione pre-operatoria avviene il ricovero, che in genere dura dal mattino al tardo pomeriggio. Per evitare che la partenza da casa venga vissuta come un completo distacco dall’ambiente familiare, può essere di aiuto lasciar portare a vostro figlio un po’ del suo mondo quotidiano e, quindi, permettergli di tenere con sé giochi o pupazzi a cui è affezionato se si tratta di un bambino, oppure musica, PC o libri se è un ragazzo. Occorre presentarsi in accettazione centrale alle ore 7:00 allegando l’impegnativa di ricovero. Una volta giunti in reparto il personale infermieristico provvederà ad aiutare il bambino / ragazzo a familiarizzare con il nuovo ambiente.

Durante la mattinata un infermiere verrà a prendere Vostro figlio. Voi lo accompagnerete sino all’interno del Blocco Operatorio. Lì troverete un luogo appartato, solo per Voi, ove verrà somministrata la pre-anestesia. In questa fase un genitore è sempre presente accanto al bambino / ragazzo. Solo quando la pre-anestesia avrà fatto effetto, allora saluterete Vostro figlio: lui entrerà in sala operatoria con noi, mentre Voi tornerete in reparto, dove aspetterete il Suo rientro.

CURE POST-OPERATORIE

In caso di bambini di piccola età, è facile che al rientro in camera stia piangendo o sia molto agitato. Non si tratta di dolore (l’anestesia locale agisce per circa 3 ore) ma di una sensazione di confusione al risveglio dall’anestesia.

In genere sentire la Vostra presenza lo tranquillizza: non abbiate paura di prenderlo in braccio. In breve tempo si addormenterà e non c’è nessun problema se vuole dormire a pancia in giù.

Un modesto gonfiore a livello dello scroto è normale.

Se vedete Vostro figlio insofferente segnalatelo al personale infermieristico: saranno loro a decidere se è necessario somministrare una supposta di antidolorifico.

Nel caso di intervento eseguito in età adolescenziale, sappiate che modesto gonfiore a livello dello scroto è normale, e può persistere anche per i primi giorni dopo l’intervento.

Le infermiere vi diranno quando è possibile iniziare a mangiare e a bere. Solo dopo che il bambino / ragazzo avrà bevuto e mangiato senza problemi di nausea o vomito e avrà urinato spontaneamente sarà possibile rimuovere la flebo.

LA DIMISSIONE

Eseguito l’intervento al mattino, la dimissione avviene di solito nel tardo pomeriggio.

CONVALESCENZA A CASA

Al momento della dimissione vi verrà rilasciata una “lettera di dimissione” che comprende una relazione clinica di quanto è stato effettuato durante il ricovero ed un elenco di provvedimenti da seguire durante la convalescenza, che Vi iniziamo ad accennare.

In caso di intervento di chiusura del dotto peritoneo-vagianle per idrocele comunicante:

  • per i primi 5 giorni dopo l’intervento non bisogna togliere la medicazione e non bisogna lavare la ferita.
  • dopo tale periodo è possibile togliere i cerotti e fare il bagno
  • in caso di dolore è possibile somministrare supposte ad azione anti-infiammatoria e anti-dolorifica
  • astensione dal bagno in piscina o al mare per 1 mese

In caso di intervento di eversione e resezione della tonaca vaginale comune per idrocele reattivo:

  • utilizzo della borsa del ghiaccio per le prime 24-48h
  • a volte è necessario assumere una terapia antibiotica e delle compresse ad azione anti-infiammatoria e anti-dolorifica
  • per i primi 5 giorni dopo l’intervento non bisogna togliere la medicazione e non bisogna lavare la ferita.
  • dopo tale periodo è possibile togliere i cerotti e fare il bagno
  • astensione dallo sport per 1 mese: tale indicazione è molto importante per ridurre al minimo il rischio di recidiva
  • astensione dal bagno in piscina o al mare per 1 mese

CONTROLLI

Dopo l’intervento sono necessari i seguenti controlli:

  • visita di controllo in ambulatorio ad 1 mese dall’intervento. Le indicazioni per la prenotazione di tale visita saranno segnalate sulla lettera di dimissione
  • visita di controllo a 6 mesi dall’intervento.

Vedi anche:
Patologie > Idrocele comunicante
Patologie > Ernia inguinale

CONTATTI

© Dott.ssa Arianna Lesma, Urologo Pediatrico